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Decennio digitale: sanità, infrastrutture e servizi pubblici al centro del Rapporto 2025, ma la sfida resta su intelligenza artificiale e startup

Lo scorso 16 giugno la Commissione europea ha pubblicato il Rapporto sullo stato del decennio digitale 2025, che, come abbiamo già illustrato in un precedente articolo, si basa sul Programma strategico del decennio digitale, sugli Indicatori chiave di prestazione e sulle Roadmap nazionali.

La situazione italiana

Nella sezione del rapporto dedicata all’Italia, emerge come il Paese si distingue per i risultati conseguiti nella sanità e nei servizi pubblici digitali, oltre che per i passi avanti su quantum e semiconduttori, ma resta indietro su intelligenza artificiale e startup. Persistono criticità nelle competenze digitali e nella formazione STEM (science, technology, engineering and mathematics), con un numero di specialisti inferiore alla media europea. Le infrastrutture di rete migliorano, con buone performance sul 5G, ma c’è ancora un gap sulla connettività ad alta capacità. Sul piano europeo, invece, pesano dipendenze tecnologiche esterne, carenze energetiche e una scarsa collaborazione tra settore civile e difesa.

Competenze digitali

L’aumento delle competenze digitali dei cittadini è uno degli obiettivi principali del decennio digitale, ma solo il 56% della popolazione europea possiede competenze digitali almeno di base.

L’Italia sta lavorando per aumentare le competenze di base dei cittadini, combattere la disinformazione, migliorare l’alfabetizzazione sui media e assicurare la sicurezza online. Siamo inoltre il Paese più attivo nell’area dell’educazione e della formazione digitale con il primato di aver promosso oltre 100 iniziative per attuare la Dichiarazione comune sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale, approvata il 15/12/2022.

Il nostro Paese è però sotto la media europea sia nella protezione e nel potenziamento dell’ambiente digitale dei bambini e dei giovani, sia nella presenza di specialisti ICT, correlato all’interesse ancora basso per i percorsi formativi STEM.

Per quanto riguarda il sentiment generale, il 73% dei cittadini italiani considera che la digitalizzazione dei servizi pubblici e privati renderà le loro vite più semplici e il 90% considera importante controllare e mitigare la situazione di fake news e disinformazione online.

Infrastrutture digitali

Il rapporto evidenzia come l’Unione europea sia lontana dal raggiungere gli obiettivi di sviluppo delle infrastrutture digitali.

L’Italia cresce dell’11% rispetto all’anno precedente sia nella copertura della fibra ottica locale (FTTP), allineandosi così alla media europea, che nella copertura di reti a capacità molto alta (VHCN), rimanendo però ancora sotto la media europea. Il Paese è ampiamente sopra la media per quanto riguarda il 5G, anche se si suggerisce un miglioramento della qualità del servizio.

Per quanto riguarda il numero di nodi “edge” presenti, si rilevano 152 installazioni con un incremento di oltre il 100% rispetto l’anno precedente

Digitalizzazione delle imprese

Il Paese è cresciuto nella digitalizzazione delle piccole e medie imprese raggiungendo un livello diffuso di intensità digitale almeno di base, eccetto per la percentuale di imprese che adottano almeno una tecnologia di intelligenza artificiale (che rimane all’8% contro una media europea del 13,5%) e che utilizzano big data. Il sistema delle start-up rimane particolarmente critico con solo 9 unicorni (startup che raggiunge una valutazione di un miliardo di dollari).

I recenti annunci sul quantum computing aprono prospettive di avanzamenti significativi, mentre la strategia nazionale sui semiconduttori rafforza il ruolo dell’Italia come Paese leader. Parallelamente, sono state avviate iniziative per potenziare le capacità di cybersicurezza, dal monitoraggio alla risposta agli incidenti, fino allo sviluppo delle competenze specialistiche.

Servizi pubblici digitali

Il livello della digitalizzazione dei servizi pubblici per i cittadini (percentuale di procedure amministrative che possono svolgersi totalmente online) passa dal 68% all’84% e quello per le imprese (percentuale di procedure amministrative necessarie per avviare e gestire un’attività che possono svolgersi totalmente online) passa dal 76% all’81%.

Si tratta del settore dove l’Italia ha fatto le performance migliori grazie anche ad alcune misure per crescere l’interoperabilità e la sostenibilità (per esempio l’introduzione di migliore user experience, l’adozione di pagoPA e appIO, la realizzazione della Piattaforma nazionale digitale dati).

Il rapporto sottolinea come l’Italia ha avviato lo sviluppo del Wallet nazionale (IT-Wallet) con alcuni progetti pilota disponibili in appIO dove i cittadini possono accedere e utilizzare alcuni primi documenti (Patente, Tessera sanitaria e Carta europea della disabilità).

Le raccomandazioni

Il rapporto contiene una serie di raccomandazioni per l’Italia che evidenziano la necessità di proseguire nello sviluppo e nell’adozione dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie digitali, rafforzando il ruolo di ricerca, università e centri di trasferimento tecnologico, con eventuali incentivi mirati. È cruciale sostenere le piccole e medie imprese nell’innovazione, favorendo servizi di supporto e formazione continua, dal reskilling dei lavoratori all’educazione digitale nelle scuole, fino all’alta formazione allineata al mercato e più inclusiva per le donne. Allo stesso tempo, occorre potenziare le infrastrutture e la connettività, estendere la digitalizzazione dei servizi pubblici in ottica di semplicità e accessibilità, e dare massima priorità alla cybersicurezza, fronte sempre più critico sia nel settore privato che pubblico.

Lo scenario europeo

Nella sezione del rapporto dedicata ai progressi e alle raccomandazioni a livello europeo, emergono sfide strutturali che rallentano la trasformazione digitale. La connettività in fibra ottica e 5G registra progressi limitati, mentre cavi sottomarini e sistemi satellitari restano vulnerabili e dipendenti dall’esterno. L’adozione di intelligenza artificiale, cloud e big data cresce ma non abbastanza, con una forte dipendenza da fornitori extraeuropei e criticità nella produzione di semiconduttori e infrastrutture quantistiche. Le competenze digitali di base interessano solo poco più della metà della popolazione, mentre gli specialisti nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione avanzati sono insufficienti e caratterizzati da un marcato divario di genere. I servizi pubblici digitali sono in espansione, ma molte infrastrutture governative si appoggiano ancora a provider stranieri. Inoltre, la stabilità energetica rappresenta un fattore decisivo per sostenere la crescita tecnologica, mentre la scarsa collaborazione tra settore civile e difesa limita lo sviluppo di tecnologie digitali a duplice uso.

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