Cittadinanza digitale, Competenze, Divario digitale

Cittadini “digitalmente fragili”: indagine sulla situazione in Italia

I dati

Solo il 56% dei cittadini possiede competenze digitali almeno di base. Nonostante ciò, la maggior parte di loro è ottimista rispetto ai progressi digitali: il 73% considera che la digitalizzazione dei servizi pubblici e privati stia semplificando le loro vite. Questi sono i dati contenuti nell’ultima edizione del Rapporto annuale sullo stato del decennio digitale, emanato dalla Commissione europea il 16 giugno 2025.

Partendo da questa fotografia, abbiamo voluto capire chi sono i cittadini che oggi non possiedono competenze digitali di base e, quindi, potenzialmente in condizione di “fragilità digitale”.

Queste informazioni sono importanti rispetto all’obiettivo europeo di portare entro il 2030 l’80% della popolazione tra i 16 e 74 anni ad avere competenze digitali almeno di base nei domini definiti all’interno del DigComp 2.2 (Digital Competence Framework for Citizens). 

I cittadini incontrati

L’indagine è avvenuta sottoponendo un questionario a circa 300 cittadini che hanno partecipato a una serie di incontri territoriali di alfabetizzazione e inclusione digitale, chiedendo loro quale sia la conoscenza dei 5 pilastri della cittadinanza digitale e quanto ritengano semplice dialogare online con la Pubblica amministrazione.

I cittadini intervistati non sono un campione statisticamente rappresentativo tale da riprodurre le caratteristiche della popolazione italiana, ma comunque rappresentano la tipologia tipica di persone che si avvicinano ad azioni di inclusione digitale organizzate dagli enti locali. Si tratta quindi di cittadini che sono già consapevoli della necessità di migliorare le proprie competenze digitali, avendo accolto volontariamente un invito a partecipare a un incontro formativo.

L’indagine ha coinvolto una popolazone prevalentemente adulta: quasi un terzo dei cittadini che hanno risposto al sondaggio ha più di 41 anni. Quasi la metà dei cittadini è in possesso di un diploma di istruzione secondaria, circa un quarto sono laureati, oppure hanno la licenza media, e una piccolissima percentuale è in possesso della licenza elementare o di un master post laura.

L’identità digitale

Il Sistema pubblico di identità digitale (SPID) e la Carta di identità elettronica (CIE) sono i due strumenti di identità digitali più diffusi tra i cittadini, anche se una parte consistente di loro è in possesso di una carta nazionale dei servizi (CNS), basata sulla Tessera sanitaria elettronica o sulla firma elettronica.

Tra cittadini che possiedono la CIE (65%), quasi la metà (46%) non ha installato, oppure non conosce, l’app CieID. Si tratta di persone che usano la CIE esclusivamente come strumento di riconoscimento analogico.

È interessante notare come il 70% dei cittadini che possiedono la Tessera sanitaria (TS) è consapevole che, se è dotata di un chip dorato, è anche una Carta nazionale dei servizi (CNS), ma molti di loro non sanno che è anche uno strumento di identità digitale.

Circa il 70% dei cittadini ritiene che sia semplice accedere ai servizi online della Pubblica amministrazione attraverso la propria identità digitale.

Il Domicilio digitale

Il Domicilio digitale è ancora poco diffuso tra i cittadini: pochi (35%) sono in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) e, di questi, solo un quarto circa (16%) lo ha registrato come domicilio digitale. Oltre un terzo dei possessori di una PEC la usa raramente o mai, e quasi un quarto la utilizza per spedire o ricevere una comunicazione solamente tra 1 e 10 volte l’anno.

La Firma elettronica

Anche la firma elettronica è poco diffusa tra i cittadini: pochi (39%) sono in possesso di una firma elettronica e, di questi, la maggior parte la usa raramente. È interessante osservare come quasi la metà dei cittadini (45%) è consapevole che la tessera sanitaria (TS) e la Carta d’identità elettronica (CIE) siano strumenti che consentono anche di firmare elettronicamente un documento.

I Pagamenti elettronici

L’utilizzo dei pagamenti elettronici sembra essere piuttosto diffuso: la maggior parte dei cittadini (83%) ha effettuato un acquisto online.

Oltre la metà di cittadini (61%) ha effettuato un pagamento online verso una Pubblica amministrazione con pagoPA e, di questi, il 14% lo fa oltre 10 volte l’anno.

L’app dei servizi pubblici

Oltre la metà dei cittadini (66%) ha installato l’app IO sul proprio smartphone e la maggior parte (85%) ha ricevuto e letto un messaggio attraverso questo strumenti. Un terzo circa dei cittadini che ha installato app IO la utilizza oltre 10 volte all’anno.

Il dialogo con la Pubblica amministrazione

In generale, i cittadini si recano presso una Pubblica amministrazione anche più volte nel corso dell’anno.

Tre quarti di essi usufruisce almeno una volta all’anno di un servizio online della Pubblica amministrazione e, una buona parte di loro, oltre una decina di volte.

La maggior parte dei cittadini (oltre il 90%) è ottimista rispetto al fatto che le tecnologie digitali siano un’opportunità per le persone diversamente abili facilitandone l’accesso ai servizi della Pubblica amministrazione, a conferma di quanto indicato nel Rapporto sullo stato del decennio digitale.

L’età, il livello di istruzione e la connettività Internet sono i principali fattori considerati critici per l’utilizzo dei servizi online della Pubblica amministrazione. Altre cause, ma ritenute un ostacolo minore, sono la lingua, il reddito, la provenienza, la mancata conoscenza dell’esistenza di servizi online, la poca fiducia nella sicurezza informatica, il mancato possesso di dispositivi adeguati.

Pochi cittadini (il 22% circa) sono a conoscenza dell’esistenza del Difensore civico per il digitale, una figura istituita per garantire il rispetto diritti digitali nei rapporti con la Pubblica amministrazione (Decreto legislativo 07/03/2005, n. 82, articolo 17 comma 1-quater).

Le due iniziative principali ritenute utili da quasi la metà dei cittadini per semplificare l’utilizzo dei servizi online della Pubblica amministrazione sono la presenza di intermediari (uffici decentrati, biblioteca, CAF, centri anziani, etc.) per supportare le persone meno preparate e l’attivazione di iniziative formative sul territorio. Un terzo dei cittadini ritiene inoltre che sia necessario migliorare la fruibilità e l’accesso dei servizi digitali e aumentarne il numero.

Qualche cittadino ha suggerito che eliminando le commissioni applicate sui pagamenti elettronici se ne stimolerebbe maggiormente l’utilizzo.

Le raccomandazioni

Come già evidenziato, i cittadini intervistati non rappresentano un campione statistico della popolazione italiana, ma la tipologia tipica di persone che chiedono aiuto per utilizzare gli strumenti digitali, partecipando ad azioni di inclusione digitale organizzate localmente.

L’identità digitale SPID è ormai molto diffusa e occorre adesso concentrarsi sull’effettivo utilizzo anche della CIE, promuovendo tra i cittadini la conoscenza dell’app CieID.

Il Domicilio digitale stenta a decollare, evidenziando l’urgenza di avviare azioni di diffusione tra tutti i cittadini.

La firma elettronica è poco conosciuta probabilmente perchè è raramente richiesta nei procedimenti della Pubblica amministrazione. La sua diffusione tra i cittadini potrebbe aumentare creando consapevolezza sul fatto che anche la CIE è uno strumento che può essere utilizzato come firma elettronica (anche senza un lettore di smart card) attraverso l’app CieSign.

I Pagamenti elettronici, trainati dalla elevata crescita dell’e-commerce, sono entrati ormai nel quotidiano dei cittadini.

app IO è conosciuta e installata sui dispositivi di una buona parte dei cittadini, anche grazie alla sua adozione per la gestione del green pass durante il periodo pandemico, ma occorre attivare azioni per far conoscere tutte le sue potenzialità: buona parte dei cittadini non è ancora consapevole della possibilità di scaricare sull’app IO i propri documenti (patente, tessera sanitaria, carta europea della disabilità, etc.).

I cittadini credono nell’opportunità rappresentata dalla digitalizzazione dei rapporti con la Pubblica amministrazione, ma sono anche consapevoli che esistono ancora barriere da rimuovere.

La presenza di momenti e luoghi di formazione e affiancamento ai cittadini è fondamentale per assisterli nell’utilizzo effettivo degli strumenti di cittadinanza digitale, in modo complementare alla messa a disposizione di tutorial online.

L’ente locale e il terzo settore si rivelano i due attori fondamentali per promuovere azioni di coinvolgimento e inclusione della popolazione.

Lascia un commento